You Can’t Sit With Us – Aggiornamento

Vi ricorderete sicuramente che, a fine 2020, la nostra fondatrice Emily ha deciso di sfidare il Garrick Club di Londra.

Emily ha dato inizio a un procedimento legale dopo che le fu negata l'adesione al prestigioso club londinese, al quale appartengono numerose personalità di spicco del mondo dell'arte, giornalismo e politica. Emily e i suoi avvocati hanno portato alla luce il fatto che, negando l'adesione alle donne e trattando gli ospiti di sesso femminile in maniera differente dagli uomini, il Garrick Club è in violazione dell'Equality Act del 2010.

Ciononostante, Emily è dell'idea che la copertura mediatica iniziale non abbia colto il fattore più importante. L'attenzione è stata posta troppo su di lei e troppo poco sul problema di discriminazione che la sua campagna cerca di combattere. Inoltre, alcuni membri del club sono stati descritti dalla stampa in maniera non del tutto appropriata.

Sono rimasta negativamente colpita da come alcuni articoli si siano concentrati sul dipingere i membri del club come "vecchi bacucchi" senza alcuna importanza a livello pubblico, oppure su di me in quanto individuo, invece che far luce sul problema di fondo.

– Emily Bendell –

Emily ha quindi deciso di dare inizio a una petizione che prende di mira un settore di enorme importanza nella nostra vita di tutti i giorni e al quale appartiene la gran parte dei membri senior del Garrick Club.
Parliamo del settore legale.

I sottoscritti sono preoccupati a causa
della politica del Garrick Club che impedisce
alle donne di diventare membri.

La petizione è stata firmata da centinaia di appartenenti al settore: da Queen's Counsel, a partner e direttori di famosi studi legali internazionali.

Emily ha deciso di targettizzare il settore legale in quanto esso è direttamente colpito dalla politica esclusionista del Garrick Club, il quale viene appunto descritto come "un luogo in cui i membri senior del settore legale possono socializzare e costruire il proprio network".

La campagna si concentra sul fatto che escludere le donne dal luogo in cui si formano connessioni con le più importanti e influenti personalità del settore impedisce loro di ambire alle stesse posizioni di prestigio che sono accessibili agli uomini.

Escludendole senza motivo oppure trattandole come "ospiti", buone solo a condividere una cena o un drink, all'inteno di un luogo in cui vengono formate importante connessioni professionali, la posizione delle donne nel settore non può essere che danneggiata e il bias (consapevole o no) degli uomini fomentato.

– Dichiarazione presa dalla lettera "Women at the Garrick Club" –

Mentre scriveva la petizione, Emily è stata contattata da numerose donne Queen's Counsel che hanno voluto condividere la propria storia.

Da molto tempo, il Garrick Club contribuisce a creare un'atmosfera misogina, che rende più difficile per le donne ambire a posizioni di rilievo e, le poche volte che ci riescono, è raro che abbiano successo. La carriera di una donna è spesso influenzata dalla mancanza di autostima, dal senso di alienazione, dalla mancanza di figure di riferimento ai livelli più alti [...] Il fatto che il Garrick Club insista ancora sulla propria politica esclusionista non fa altro che confermare le distinzioni di genere.

– dichiarazione di una QC donna –

La Baronessa Hale, ex presidente della Corte Suprema del Regno Unito e prima donna facente parte del gruppo dei dodici giudici della Corte Suprema del Regno Unito (molti dei quali erano membri del Garrick Club), si batte da molto tempo per cambiare la politica di ammissione del Club. Sostiene che il Garrick sia uno dei principali motivi per cui le donne non raggiungono i più alti ranghi giudiziari. A causa della sua politica, per le donne vengono innalzate "numerose barriere sistemiche" che dipendono strettamente dal "proprio network personale", il quale viene costruito e mantenuto in istituzioni come il Garrick Club.

Fonti attendibili dichiarano che possiamo aspettarci una nuova votazione entro la fine dell'anno. Nel frattempo, noi ci auguriamo che la sfida lanciata da Emily, la sua petizone e il dibattito che entrambe hanno fomentato porteranno del progresso tangibile.

Leggi gli ultimi articoli del Times e Guardian.